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13 - Castiglion Fiorentino-Cortona - 23 Km
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Castiglion Fiorentino – Cassero

Si esce da Castiglion Fiorentino dalla sua porta est, dalla parte dei Cappuccini. Si scende fino al Fosso Vignone lasciandosi a destra la Fornace Lovari, lungo il sentiero 557, che finora prosegue per una strada asfaltata. Passato il torrente si arriva alle case di Santa Lucia e da qui si inizia a sinistra una dura salita lungo la mulattiera che porta in breve al Monte Castel Dernia (576 mt). Da qui si resta in quota prendendo poi la strada che viene in salita dal paesino di Ristonchia. La strada fa quindi una netta curva a destra: qui si riprende il famoso sentiero 50 che seguiremo in leggera salita per le case di Spinabbio, della Ripa di sopra, di Pratobecco, fino a giungere infine sull'Alta di Sant'Egidio (1057 mt.) da cui si gode un grande panorama fino al lago Trasimeno.
Eremo di S.Egidio – Croce di Pietra

Prendendo poi una deviazione a sinistra si arriva dentro un bosco fitto che conduce all'ombra sino all'Eremo di Sant'Egidio. Si tratta di un bella costruzione benedettino-camaldolese risalente al 1700. Ma sulla montagna di Sant'Egidio, nei pressi di Cortona, già prima dell'anno mille si insediò una comunità di monaci benedettini, in un primo tempo in una abbazia nei pressi dell'attuale "Croce". Infine si trasferì nella località oggi proprietà della curia vescovile e dedicata a un turismo religioso giovane, con la chiesa di San Giovanni Battista, una capace foresteria e sei celle per gli eremiti.
Convento delle Celle

Alla confluenza delle strade che provengono dall'Alta e dall'Eremo, sorge la croce di cui si parlava, e a quota 911 si abbandona il sentiero 50 e si scende rapidamente lungo il sentiero 563 verso Cortona. Qui esiste ancora la strada basolata di origine romana che porta all'ottocentesca Villa La Guglielmesca, e poi a quella meraviglia del francescanesimo antico che e' rappresentata dal Convento delle Celle.
Le Celle - Dipinto di S.Francesco

L'insediamento fu fondato nel 1211 dal santo stesso. L'eremo, costruito a cavallo di una stretta valle, è molto suggestivo. Le abitazioni dei frati sono disposte a gradoni su un versante della valletta attraversato da un ponte. Quando Francesco giunse per la prima volta a Cortona, un giovane nobile della città, Guido Vagnottelli (che poi diventerà il “Beato Guido”, uno dei primi compagni del poverello di Assisi) gli offrì quello che agli inizi del XIII sec. doveva apparire un luogo aspro e privo di qualsivoglia insediamento umano. Tutto fa pensare che fin dalla sua prima permanenza, San Francesco abbia lasciato in quel luogo un piccolo drappello di frati a custodia di un sito a lui subito così caro.
Le Celle – La roggia

Nel 1215 Francesco vi torna nuovamente per trascorrervi la Pasqua, dopo aver passato la quaresima sull’isola Maggiore del lago Trasimeno. Tante altre volte Francesco deve aver sostato presso “Le Celle”, eppure di nessun’altra abbiamo testimonianza se non di un’ultima e molto importante. Siamo nel 1226: l’anno della morte di Francesco. I compagni decidono di riportarlo ad Assisi da Siena, dove era andato inutilmente a curarsi. Fu così che per rendere più sopportabile il viaggio, Francesco fece nuovamente sosta in quel luogo sacro. Fu allora che nel segreto della fenditura nella roccia, Francesco iniziò a scrivere il suo Testamento. Non quello di Siena, più stringato, bensì la suprema riaffermazione della sua esperienza di vita alla ricerca di Dio. Francesco poi riparte, verso la sua morte che si consumerà il 3 ottobre dello stesso anno. Frate Elia, allora ministro generale dell’Ordine dei Minori, originario proprio di Cortona, da buon architetto qual è, nel 1235 comincia a costruire la prima porzione del santuario. Costruisce in muratura la Cella e l’Oratorio di S. Francesco. Al di sopra edifica un piccolo refettorio e cinque cellette delle dimensioni della cella del Santo, dove egli stesso trascorrerà l’ultima parte della sua vita.

Usciti dalla chiesetta duecentesca, ci si immette nello stradone che scende al Ponte de Granduca, fatto costruire da Giangastone Medici nel 1728. Poi risalendo lungo il Sodo e la Fonte dei Frati si entra finalmente dentro alle antichissime mura etrusche della splendida Cortona.
Cortona – Piazza Grande

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